IL ROMANZO – GENERAZIONI

IL ROMANZO.

Capolavori della letteratura mondiale contemporanea: GENERAZIONI

Ciclo di incontri, a cura di Angela Albanese, Unimore
con Francesca Lorandini, Franco Nasi, Andrea Ragusa, Gino Ruozzi, Alessandra Sarchi

Il ciclo sul romanzo “Capolavori della letteratura mondiale contemporanea” affronta quest’anno il tema GENERAZIONI, nella sua accezione più ampia. I relatori e le relatrici attraverseranno opere e autori della nostra contemporaneità che esplorano il tema delle generazioni non solo attraverso l’analisi delle dinamiche che caratterizzano il rapporto tradizionale tra genitori e figli, ma anche indagando le sfumature dei legami tra generazioni di scrittori. In questa vasta cornice letteraria, si trovano opere che affrontano il conflitto e la connessione tra le diverse epoche, riflettendo le sfide, le aspettative e le trasformazioni che definiscono ciascuna generazione. I protagonisti spesso incarnano le tensioni e le contraddizioni di un’epoca specifica, fornendo un’analisi profonda delle esperienze umane attraverso il filtro delle generazioni. Allo stesso modo, alcuni romanzi contemporanei riflettono sulle influenze letterarie tra diverse generazioni di scrittori.


mercoledì 10 gennaio 2024 ore 17,30, Unimore
Franco Nasi
Chi porta la luce? Dissonanze generazionali nella narrativa di Cormac McCarthy

Il rapporto fra generazioni, spesso conflittuale, è uno dei temi che ritornano continuamente nella produzione narrativa e teatrale di Cormac McCarthy, da Non è un paese per vecchi, a Oltre il confine, a Stonemason fino a The Road, potente parabola biblica di un mondo grigio e un’umanità disanimata, in cui tuttavia i figli possono ancora insegnare qualcosa al cinismo disilluso dei grandi e farsi portatori di luce.

Franco Nasi, traduttore e saggista, insegna Letteratura anglo-americana all’Università di Modena e Reggio Emilia. Si occupa di letterature comparate e di traduttologia. Ha tradotto in italiano e curato edizioni, tra gli altri, di S. T. Coleridge, W. Wordsworth, J. S. Mill, W. Whitman, B. Collins, Yoko Ono, e i poeti inglesi di Liverpool Roger McGough, Brian Patten e Adrian Henri. Fra le sue pubblicazioni più recenti, Translator’s Blues (2015), Traduzioni Estreme (2015), Tradurre l’errore (2021) e la cura con Luca Valera del volume dedicato al filosofo ecologista Arne Naess (2023).

 

 mercoledì 17 gennaio 2024 ore 17,30, Unimore
Andrea Ragusa
L’anno della morte di Ricardo Reis e il moto violento delle generazioni

Della data di morte di Ricardo Reis, medico e poeta immaginario annoverato tra i propri “eteronimi” (o “altri da sé”), Fernando Pessoa non lasciò alcuna indicazione. In questo iato si è inserito Jose Saramago, con il suo romanzo O ano da morte de Ricardo Reis (1984), in cui la “vita” del protagonista si protrae per alcuni mesi dopo la morte del suo creatore (30 novembre 1935), permettendo allo stesso Reis di “vedere” gli avvenimenti del 1936, anno cruciale per i destini dell’Europa. La vicenda di Reis, che Pessoa presenta come un epicureo cantore dell’immobilità e dell’inazione, è osservata in una prospettiva storico-critica, dal punto di vista di Saramago, in quanto scrittore impegnato e politicamente attivo. Il romanzo si può certamente leggere come “omaggio” a Pessoa e alla sua genealogia di poeti fittizi, ma soprattutto come dialogo, o persino “scontro” ideale, tra generazioni di scrittori (e cittadini) essenzialmente diverse, poiché mosse da istanze spesso opposte o portatrici di modi profondamente divergenti di osservare lo spettacolo del mondo.

Andrea Ragusa è ricercatore presso l’Università di Parma dove insegna lingua e traduzione portoghese e brasiliana. Si è dedicato in particolare alla teoria della letteratura, agli studi di traduzione e alla linguistica del portoghese. Ha tradotto in italiano opere di Antero de Quental, Fernando Pessoa, José de Almada Negreiros, Fialho de Almeida e altri scrittori lusofoni, e ha realizzato le versioni portoghesi di Una questione privata di Beppe Fenoglio e dei Pensieri di Leopardi.

 

mercoledì 24 gennaio 2024 ore 17,30, Unimore
Francesca Lorandini
Annie Ernaux, Gli anni

Ne Gli anni Annie Ernaux (Premio Nobel per la Letteratura 2022) parte dalle descrizione delle fotografie della sua famiglia e allarga progressivamente il punto di vista fino ad ottenere un’istantanea generazionale in cui dimensione pubblica e privata si fondono nel ‘noi’ narrante: titoli di canzoni e di romanzi, programmi televisivi, immagini cinematografiche si susseguono per ricostruire una memoria e un’identità collettive. I segni dei cambiamenti, dei nuovi ideali e delle nuove contraddizioni, sono cercati nella lingua, nelle parole d’ordine che vengono imposte, anno dopo anno, dalla stampa, dalla televisione, dalla pubblicità. Il lettore vede riemergere i segni indelebili lasciati dall’infanzia, osserva la potenza delle costrizioni sociali della vita in provincia, ragiona sul passare del tempo storico e del tempo individuale, e cerca a sua volta di cogliere ciò che rimane della molteplicità di oggetti, dettagli, ricordi che si accumula in ogni esistenza. Perché è questo che da sempre Annie Ernaux vuole fare con la sua autobiografia impersonale: condensare sulla pagina la mutazione storica e sociale, cercare nella propria esperienza un elemento sovrapersonale che le permetta di costruire un racconto collettivo, una «autosociobiografia».

Francesca Lorandini è ricercatrice di Letteratura francese all’Università di Modena e Reggio Emilia. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente la letteratura dell’Otto-Novecento e dell’estremo contemporaneo, la storia della critica letteraria e della traduzione. Fra le sue pubblicazioni: Au-de- là du formalisme: la critique des écrivains pendant la seconde moitié du XXe siècle (France-Italie), Classiques Garnier, 2019. Ha tradotto L’impero del Bene di Philippe Muray (Mimesis, 2017). Ha curato con Matthieu Vernet una nuova edizione di Un amour de Swann (Le Livre de Poche, 2022). Con Antonio Bibbò ha curato Una conversazione infinita. Perché ritradurre i classici (Mucchi 2023).

 

mercoledì 31 gennaio 2024 ore 17,30, Unimore
Gino Ruozzi
Giuseppe Pontiggia nell’ottica manzoniana

Giuseppe Pontiggia tratta il tema delle “generazioni” sul piano famigliare e letterario, dalla contemporaneità ai classici. Il rapporto è interrogativo e formativo, nella prospettiva di un rapporto critico con la vita e con la cultura. Guardando al passato e al futuro nell’ottica dell'”utilità” manzoniana.

Gino Ruozzi ha insegnato Letteratura italiana nell’Università di Bologna. I suoi interessi principali sono rivolti allo studio delle forme brevi e morali della letteratura italiana (aforismi, epigrammi, favole, apologhi) e al Settecento, di cui ama la curiosità e il cosmopolitismo.  Ha pubblicato Scrittori italiani di aforismi (2 voll., “I Meridiani” Mondadori, 1994-96), Epigrammi italiani(Einaudi, 2001), Favole, apologhi e bestiari (bur, 2007), Ennio Flaiano, una verità personale (Carocci, 2012), Quasi scherzando. Percorsi del Settecento letterario da Algarotti a Casanova (Carocci, 2012). Di Luigi Malerba ha curato per Mondadori le edizioni di Sull’orlo del cratere (2018) e di Tutti i racconti (2020).

 

mercoledì 7 febbraio 2024 ore 17,30, Unimore
Alessandra Sarchi
Così lontani, così vicini. I romanzi come luogo di demarcazione del tempo e delle generazioni.

Dai Buddenbrook ai Malavoglia la letteratura italiana e mondiale è ricca di romanzi in cui si affronta il tema del contrasto fra generazioni. L’intervento di Alessandra Sarchi ci accompagnerà in un breve excursus letterario sul Novecento prima di approdare a due recenti romanzi della stessa relatrice, Violazione (Einaudi 2012) e Il ritorno è lontano (Bompiani 2024), in cui il tema del rapporto fra generazioni è messo a nudo con acume.

Alessandra Sarchi, scrittrice e storica dell’arte è nata a Brescello e vive a Bologna. Ha pubblicato le raccolte di racconti Segni sottili e clandestini (Diabasis, 2008) e Via da qui (Minimum Fax, 2022), e per Einaudi i romanzi Violazione (2012, premio Volponi Opera prima), L’amore normale (2014), La notte ha la mia voce (2017, vincitore del premio Mondello opera italiana e della Selezione della Giuria dei Letterati del Premio Campiello), Il dono di Antonia (2020). Fra i suoi saggi, La felicità delle immagini, il peso delle parole (Bompiani 2019). Recentissimo è il Podcast Vive! storie di eroine che si ribellano al loro tragico destino, divenuto un libro nel 2023 e pubblicato da Harper Collins.

 

Il corso è promosso da
LUC

con il sostegno di
Fondazione Manodori

in collaborazione con
Unimore

Sede degli incontri
Unimore, Palazzo Dossetti, Viale Allegri 9

Contributo di partecipazione al corso
35 euro

Iscrizioni aperte dal 4 dicembre 2023
anche on line con bonifico bancario alla LUC  IBAN IT25D0200812834000100351436

Occorre essere iscritti alla LUC per l’anno 2024
Tessera di iscrizione dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024: 30 euro

 

Informazioni: tel.0522 452182
luc.wpdev.kalimera.it
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